27 settembre 2006

Se una notte d'autunno un calendario...

Giorni difficili.
Giorni pieni di domande.
Giorni in cui ti sembra di non avere futuro.
Giorni in cui scopri che la vita non è democratica.
Giorni in cui la testa ti si riempie di pensieri.
Giorni in cui vorresti non essere tu.
Giorni di sole, ma solo fuori di te.
Giorni che dire “di merda” ancora non rende l’idea.
Giorni di perdite e vuoti lasciati da chi non tornerà. O tornerà, ma solo e ancora una volta per passare.
Giorni in cui anche ricordare la chiave di casa sembra uno sforzo cognitivo immenso.
Giorni che la musica che ti spari nelle orecchie riesce solo a farti piangere.
Giorni di sogni ad occhi aperti spezzati. E di sogni di notte che dicono solo bugie.
Giorni in cui non sai se quello che hai dimostrato è arrivato come un messaggio giusto. E ti chiedi se valeva la pena esternarlo.
Giorni in cui vorresti essere un leone per sbranare questa vita e, per una volta, ottenere quello che desideri.
Giorni in cui non ti puoi guardare allo specchio perché i tuoi occhi riflettono quello che hai dentro.
Giorni di solitudine che non vorresti vivere più, ma che temi saranno sempre parte di te.
Giorni in cui avvolgi di luce gli altri, ma tu ti siedi sotto la tavola, al buio, con le gambe al petto. E aspetti che la mano di qualcuno ti venga a tirare fuori.
Giorni di decisioni difficili ma necessarie.
Giorni in cui hai paura di aver vissuto troppo tempo sola con te stessa.
Giorni che, anche se t’impegni, non riesci a cacciare via.
Giorni in cui ti chiedi se, in te, c’è qualcosa di normale.
Giorni in cui vorresti qualcuno vicino. Solo e semplicemente vicino. Alla tua anima.
Giorni in cui un abbraccio può farti sciogliere.
Giorni in cui vorresti che qualcuno ti prendesse per mano e ti guidasse al traguardo, perché tu non riesci nemmeno a vederlo.
Giorni in cui vorresti solo lasciarti andare.
Giorni in cui le parole non hanno più senso. E senti di non avere un senso nemmeno tu.
Giorni che speri passino.
Giorni che speri finiscano in un miracolo. Per salvare quello che di te ancora rimane, prima che tu lo distrugga da sola.