15 marzo 2007

Meglio tardi che mai

Rispondo con calma
(forse un po’ troppa)
all’invito di Leetah…
È che ho bandito le conversazioni intellettuali per qualche tempo dal mio vocabolario.. soprattutto da quando ho scoperto che ne tengo anche quando sono ubriaca! Che dire? Urge periodo di disintossicazione!

La prima frase che in una conversazione intellettuale sono riuscita a evitare, non senza un certo sforzo,
(dunque mordendomi la lingua e ancorandomi alla sedia per non alzarmi in piedi con l’indice puntato)
è stata: “Ma come correlatrice, lei non dovrebbe aiutarmi?”

La seconda frase, musicalmente parlando, mi farebbe scendere nel girone dell’inferno più profondo (soprattutto visti gli ultimi sviluppi): “Oh, i Take That! A 14-15 anni erano i miei preferiti. Ho pure imparato i loro balletti e mi hanno fruttato un 9 in educazione fisica per un esercizio di ballo con voto”.

Terza frase, che mi gemella con Bridget : “Qualcuno sa dirmi dove si trova il bagno?”. Se vedete un solco che conduce al bagno, ebbene, l’ho scavato io.

Quarta frase: “…”.Lo so non è una frase, ma anche il non verbale parla. Quindi, testa che annuisce, sguardo vacuo, faccia da screen saver. Per la serie “Ma chi è il tizio di cui stai parlando? Mi puoi fare lo spelling?”.

E per finire, ultima frase: “è stato un piacere, ma ora devo proprio andare. Ci si vede un’altra volta”.

Funziona, fino a quando qualcuno ti risponde: “Seh, la prossima volta. Lo sai benissimo anche tu che non ci sarà”. Allora cominci a non usarla più.

Rilancio a planetzero (quando avrà tempo), a kla (vale quanto detto per planet) e a rafaeli che, anche se non conosco, immagino qualche conversazione intellettuale la tenga (complimenti per il blog :).